Diamo per scontato esprimerci liberamente, scegliere la persona con cui stare, decidere come spendere il nostro denaro. Ha tutto un grande valore ma non è tutto intoccabile.

“Faccio quello che voglio, faccio quello che mi va” canta Fabio Rovazzi in uno dei suoi ultimi successi. Ormai l abbiamo sentita tutti e ricordiamo quella strofa. Questo brano semplice, un po’ sfrontato è espressione di libertà. Pensate ora se  il buon Rovazzi avesse cantato “Faccio quello che vogliono, faccio quello che gli va” . Canzone dal ritmo diverso vero? Ma soprattutto dal significato diverso.

John Locke, filosofo,  più o meno 400 anni fa iniziò a dire e sostenere le libertà individuali, il “faccio quello che voglio”. Diceva che il primo diritto per chi era cittadino era il diritto alla vita. Parliamo di cittadino, quindi noi in carne ed ossa. Al secondo posto veniva la libertà personale, cioè potersi esprimere liberamente senza andare contro le leggi. Ecco dove nasce la vita del nostro tempo. Siamo orgogliosi di quello che siamo noi come individui perché siamo stati liberi di scegliere e di creare ciò che siamo, di poter provare e a volte tornare indietro, di poter sbagliare e poter rimediare, di vincere o perdere.

Ognuno ha seguito liberamente il proprio io incastrandolo dentro il frullato della vita che gli sta intorno. Questo è “il sale e pepe” di ciascuno, la vita di ognuno di noi, il nostro essere unici. Non è un elogio all individualismo più sfrenato ma all essere specifico di ciascuno. Se qualcuno non si riconoscesse nelle mie righe credo possa utilizzarle per farsi un’idea su come vedersi un essere unico. La vita va presa nelle proprie mani, prima o dopo, consapevoli di chi siamo. Darci per scontati e dire “è così e basta” può risultare letale in alcuni casi. E sottolineo letale.

Immaginate ora come reagireste scoprendo che qualcuno vi ha privato dell alternativa che era migliore per voi o della possibilità di scegliere. Quel qualcuno si è impossessato della vostra vita. Ha deciso per voi. Chi la prenderebbe bene me lo dica. Sarà segnalato per vincere il premio di consolazione.  E’ stato spesso così prima e anche dopo Locke. Spesso per il fatto di non aver letto o capito.

Torniamo all oggi e per capirci uso una stupida metafora. E un po’ come quando si compra il nuovo smart-phone ultimo modello. Grande gioia e subito la voglia di usarlo. E’ acceso e fa delle foto fighissime. E noi scattiamo e scattiamo. Ma un giorno stop. Niente più foto fighissime. Memoria finita. Eppure avevamo comprato quello con la super memoria. Il venditore non ci ha detto nulla. Però c era il libretto delle istruzioni. Chi l’ha aperto? Funzionava tutto. Leggendolo avremmo capito che bisognava attivare una funzione per aumentare lo spazio dei nostri selfie per non perdere delle bellissime foto. 

Noi giovani non abbiamo memoria della conquista delle libertà individuali. Pensiamo che tutto va perché siamo nati così. Non è scontato. C’ chi vuole che tutti siano e vivano come lui, scavalcando il limite della personalità altrui, imponendo un proprio credo o ideale su come deve essere l individuo e la sua vita. Non lasciando la possibilità di scegliere e non aumentando lo spazio di scelta per fare altre belle foto di vita. Se qualcuno decide cosa dobbiamo fare per scelte private cambiamo per tornare indietro.  Ed ecco che il nostro mp3 cambia brano, ci riporta indietro. Ora passa “Andiamo a comandare”. 

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