Ricordare di essere umani difronte alla disumanità delle tragedie del secolo scorso ci fa avere memoria di essere ancora umani e vivi. Un problema sull’esistenza dell’umanità esiste ancora. Di destra o di sinistra.

Forni crematori del campo di concentramento di Dachau

Il 27 gennaio è dal 2005 il Giorno della Memoria. L’Onu, ossia tutte le Nazioni riunite in sede comune, ha stabilito che, il giorno di arrivo dell’Armata Rossa ad Auschwitz nel 1945, ricorra la memoria dell’Olocausto e di tutte le vittime. Spero che in questi giorni più di uno legga un libro o veda un film riguardante una delle più vaste tragedie dell’umanità. Per chi vuol star comodo sul divano Schindler’s List è un ottimo film, per chi ama leggere “Se questo è un Uomo” di Primo Levi è per sapere cosa avvenne. Spieghiamolo, come ha fatto un professore di Ravenna, a chi è giovane e non sa cosa successe, di milioni di morti non solo ebrei e di privazioni di ogni diritto di essere umano.

Persone private delle loro cose, dei loro affetti, del loro lavoro, della loro quotidianità. Umani privati del proprio essere, dei loro sogni, del loro intimo e della propria dignità, deportate contro la loro volontà in campi di concentramento recintati da filo spinato per finire ai lavori forzati con i fucili puntati. Gente a cui veniva tolta la possibilità di scegliere e anzi, il cui destino era già segnato. Morire di fame, freddo o malattie era normale nei campi di concentramento. Morire con una doccia-di gas- era quanto previsto. Poteva anche succedere di essere uccisi dalle armi.

Questo era il campo di sterminio. Il fumo che usciva dai comignoli non era per il riscaldamento. Erano i corpi di esseri umani che bruciavano in forni appositamente creati da altri esseri umani. Essere ebrei, oppositori nazionali o di altre nazioni, essere omosessuali, avere problemi di handicap. Queste caratteristiche individuali o comportamenti non erano ammessi. E’seria la cosa. Non sono i richiami al fascismo o al nazismo dei giorni nostri. Per fortuna sono solo richiami.

Non dimentichiamo i tanti eroi, coloro che con strategie e rischiando la vita in prima persona, aiutarono tanti a non morire. Cosa non mi piace di tutto questo oltre ai fatti in se? Non mi piace ci si ricordi che siamo tutti esseri umani traendo da una tragedia di altri esseri umani. Ci rendiamo conto che l’umanità ha un giorno per dire che queste cose sono successe e proporsi non accadano più?. Assurdo vero? Ricordare che uccidere qualcun altro è sbagliato. Non abbiamo un giorno per ricordarci che dobbiamo mangiare o bere. Lo facciamo.

Perché è difficile essere umani?. Vuol dire che nonostante siamo nell’era di internet, del 5g e dello smartphone non abbiamo ancora capito che siamo umani tutti i giorni. Vuol dire che c’è ancora qualcuno che pensa o fa cose simili a quelle di 80 anni fa. Forse non ci si rende conto di quanto sia grave non ricordarsi che quella privazione di essere umani potrebbe toccare oggi a me e domani a te. La natura ce lo sta facendo capire punzecchiandoci con uragani o fenomeni devastanti qua e la. Solo morte.

Possiamo ogni anno ripetere che sono morti sei milioni di ebrei, ma se ancora oggi dimentichiamo di essere umani a quegli ebrei facciamo un altro torto, oltre a farcelo anche noi. Non mi piacciono i paragoni quando si parla oggi di immigrazione perché l’errore storico è facile da commettere, in spregio a coloro che la, nei campi di sterminio, hanno visto il finale della loro vita, arrivati con un treno sul quale sono stati costretti a salire. E spero la solita retorica solo formale ma senza anima non prenda il sopravvento sui social e non solo. L’umanità intera ha di fronte, ieri e oggi, un grande problema irrisolto sulla sua esistenza che riguarda la sua coscienza.

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

In occasione del “Giorno della Memoria” sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere» dalla legge 211/2000

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