Denominatore comune: crudeltà. Una definizione matematica per aggregare numeri ormai importanti di fatti di questo tempo. La nuova ideologia che piace senza basi e orizzonti, che porta il vanto di essere crudeli.

“Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò di cosa sei privo”. 
Carlos Ruiz Zafon

Mi ricordo che alle scuole elementari ci veniva insegnato un termine: clochard. Fino a quel momento avevo sempre detto “barbone”. Ero un bambino che non sapeva il francese. O almeno ero anche questo. Non dicevo “barbone” per cattiveria. Questo era il termine per identificare chi viveva per strada. Si diceva di una persona senza casa e vestita di abiti un pò sdruciti, che girava nelle strade delle città con un carrello del supermercato pieno di coperte. Fa sorridere ma ricordo che nella mia piccola testolina, associavo il termina “barbone” a “barba molto folta”, quindi a un signore con questa caratteristica.

In qualche angolo, vicino alle stazioni, si scorgevano dei cartoni per terra. Era il letto di qualche barbone, una soluzione approssimata per poter dormire. Non ricordo grandi tragedie causate da queste persone ne qualcuno che ne faceva una tragedia. Ci veniva insegnata la parola clochard, la definizione francese, per addolcire l’espressione e far si che fosse meno offensiva, più rispettosa.

Sono passati tanti anni e credo che utilizzare la parola “clochard” sia un segno di progresso, a posteriori. Se le parole hanno senso e significato, utilizzare il nuovo termine significa dare maggiore rispetto a una persona che si trova in una situazione di difficoltà. Da bambino non capivo la differenza tra il dire barbone e usare la parola clochard,  oggi capisco questa grandissima differenza.

Se un bambino non capisce ci può stare. Ma l’adulto perché non capisce la parola e il valore del rispetto? La crudeltà è il segno di tanti post sui social e di tanti comportamenti di persone comuni, anche senza ruoli pubblici o politici. Fatti di qualche tempo fa, ad esempio un nero trattato a malo modo su una metropolitana o un altro su un bus, mi fanno capire che forse ero meglio io quando ero piccino rispetto a tanti adulti di oggi. Ero quanto meno giustificabile.

E’ una constatazione che siamo in un periodo in cui il disvalore crudeltà, tanto più se rivolta al diverso o allo straniero, ha soppiantato il valore della persona. Io sono cresciuto, non sono più un alunno di prima elementare, per questo se un clochard avrà bisogno una coperta gli darò una delle mie. Spero senza essere tacciato di essere un ipocrita borghese. Sono solo un povero, un pò meno rispetto a quel clochard. Non voglio che il vanto di essere crudeli si impossessi di me.

-Un “mi piace” rende libere le persone che scelgono-
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