Strofe antiche per scaldare il Natale accendono il dibattito politico.


Una canzone del 1816, composta da un prete e famosa in tutto il mondo. Una canzone dal titolo originale in tedesco perché austriaca ma che abbiamo adottato anche in Italia da tempo. In tutte le recite a scuola abbiamo cantato Astro del Cielo ormai alias Stille Nacht. E’ una bellissima canzone dalle parole chiaramente riferite alla nascita di Gesù. Non penso il testo sia da cambiare. Lo dico perché in giro per l’Italia spuntano notizie di musiche di Natale modificate con la motivazione più frequente di rispettare ogni religione.

Credo sinceramente abbia poco senso far cantare una canzone modificata che di suo nasce dalla religione. Personalmente fossi di altro Dio mi sentirei almeno un pò stranito più che rispettato. Se proprio si volesse raggiungere un obbiettivo di tale tipo sarebbe forse meglio evitare proprio la canzone più che modificarne una parola. Personalmente non sarei d’accordo perché le recite di Natale erano e possono essere un momento ludico e formativo, un elemento di unione per dei bambini. Forse sarebbe giusto assegnare dei compiti “meno religiosi” all’interno della recita  a coloro che professano un altro credo, senza escludere nessuno. Far capire ai genitori-questo a volte è più difficile ma sono convinto avrò un buon sostegno dai bambini- l’importanza di scambio e conoscenza delle altre religioni, oltre a garantire loro un momento di unione.

Interessante un fatto accaduto a Napoli, dove la recita di Natale è stata proposta con il tema della Costituzione e annessa canzone. Non capisco perché onorare la nostra Costituzione a Natale quando c’è il 25 aprile per questo. Ci saranno motivi che non so. Sui social qualcuno ha alzato la questione, ingigantita non tanto perché non siamo al 25 aprile ma per il canto: Bella Ciao. No non è una canzone allegra, non lo era il periodo e i fatti annessi. E’una canzone politica per il contesto in cui nasce, si cantava. E’una canzone che è stata a volte politicizzata. Le Istituzioni e l’assetto democratico di oggi sono il frutto anche di quel canto di tutti gli Italiani.

Si alzano voci di difesa della tradizione, dei valori, del crocefisso, dei confini e c’è chi si spinge fino alla difesa della razza. Ci si adira non con la motivazione che la canzone potrebbe essere fuori contesto ma agitando le bandiere della politica per una canzone della storia d’Italia.  Per me dire è un inno di parte, alle soglie del 2020, ha poca concretezza. Vuol dire essere rimasti politicamente indietro di almeno 30 anni. Lo si fa diventare di parte non riconoscendo il valore di quella canzone. 

E’ Natale, non resuscitiamo polemiche del secolo scorso scomodando inutilmente culture politiche che erano comunque rispettose del senso nazionale. Non cadiamo nelle ambiguità del tipo “difendiamo i valori cristiani ma non vogliamo i bisognosi”. Andiamo al centro commerciale sulle note della bellissima Last Christmas di George Michael, gay, sarebbe oggi un londinese post brexit. Il mondo ha corso non si è fermato ad Almirante e Berlinguer. Meglio o peggio è un altro capitolo.

Mi auguro che tutti i bambini stiano insieme nelle loro scuole e asili in un momento di unione, scambio e crescita quale deve essere il magico Natale. Credo gli adulti possano dare suggerimenti per le recite ma abbiano altri problemi di cui occuparsi senza indossare per forza maglie politiche.
Il problema non è Bella Ciao.

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