In tempi dove le buone notizie sono da ricercare, la natura ci sta offrendo tantissime novità da tenere nel cuore. Ho già parlato delle acque chiare dei canali veneziani, un ritorno alle origini dopo lo stop imposto alle attività umane dall’emergenza Covid-19. Oltre alle acque anche i cieli e l’aria hanno ritrovato un colore nuovo e una qualità che non si vedeva forse da più di un secolo, da prima della rivoluzione industriale. Il mondo antropico non si era mai fermato tutto insieme. E’incredibile il confronto su un anno del traffico aereo, come lo sono le immagini delle strade delle città senza auto.

I livelli di inquinamento sono crollati su tutto il pianeta dall’inizio della pandemia. L’inquinamento è un veleno che ogni anno uccide milioni di persone ma troppo spesso è messo in secondo piano e poco considerato al fine di adottare serie misure di contenimento. L’ inquinamento dell’aria, delle acque e della terra può considerarsi come il primo fattore (diverso da malattia) causa di morte al mondo. Oltre alle immagini di una natura che riprende se stessa, che in questi giorni ci mostra la nostra invadente presenza, occorre riflettere attentamente al rapporto tra attività umane e virus. La deforestazione è infatti una delle cause di aumento della diffusione delle epidemie.
Voglio concludere con un’altra notizia positiva che giunge dalle misurazioni della superficie totale della calotta polare, ossia della superficie di ghiaccio perenne del Polo Nord. Il riscaldamento globale ha prodotto un’importante diminuzione di kilometri quadrati al Polo. Potremmo dire che non ci interessa nulla. Non è cosi. Gli effetti dello scioglimento dei ghiacci si propagano fino alle nostre lande, effetti visibili nei mutamenti climatici e nell’innalzamento delle acque di oceani e mari. E’ accolta con favore dunque la notizia sull’estensione della superficie ghiacciata per l’inverno 2019/2020, in quanto si colloca tra le migliori degli ultimi 7 anni. Non è una festa, ma una piccola stella in un cielo scuro climaticamente parlando.
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