Coronavirus, il difficile è accettare. Insieme ed immobili, di fronte ai teleschermi, abbiamo seguito ogni notizia riguardante questo nemico. La preoccupazione ha toccato ciascuno di noi dopo i casi del Lodigiano e del Veneto. L’aumento vertiginoso dei casi in pochi giorni, casi indubbiamente venuti alla luce per i maggiori tamponi effettuati, hanno contribuito ad ansia e situazioni di panico. I supermercati svuotati la domenica di Carnevale sono un indice di quanta diffidenza e incertezza vi sia per i giorni a venire.

Tutte le autorità hanno preso provvedimenti drastici, in particolare per le zone dove il coronavirus è stato maggiormente rilevato. Queste misure, che forse hanno già visto solo gli anziani nei tempi di guerra – parliamo di quasi 80 anni fa-, hanno fatto crescere la consapevolezza che si è di fronte a qualcosa di importante. I messaggi di unità e gli inviti a seguire le direttive fornite dagli organi competenti sono diffusi con frequenza al fine di arrivare a tutti e garantire che queste misure trovino l’efficacia più elevata possibile. Coronavirus, il difficile è accettare.

Non è la diffidenza che ci salverà. Non sono le informazioni sui social di chi si improvvisa virologo od onniscente di queste problematiche relative a salute e popolazione. Come ho scritto ognuno è libero di dire la propria, formulare tesi e ipotesi, sperimentare misure da bombardamento nucleare in atto. A che serve? Tutti cerchiamo delle risposte, le nostre rassicuranti certezze che ci servono a tappare una falla mentale che provoca ansia e turbamento.

Le nostre risposte non ci sono. Ci sono quelle di chi, organo istituzionale o scientifico, sta facendo un grande lavoro in questi giorni.
Fermiamoci tutti. Adesso.
Non è bello ci sia in giro il coronavirus, non farà del bene.
Non possiamo fare altro oltre a ciò che già è stato indicato e che verrà disposto successivamente.
Facciamolo!
Spegniamo la tv, lo smartphone e i social per un oretta. Riprendiamo noi stessi. Spegniamo l’infodemia.
Accettare che c’è e comportarci di conseguenza. Questo è il difficile. Il cambiamento dei nostri cari stili di vita. Guardare più da lontano qualcuno sarà capito, come non stringere una mano o scansarsi leggermente da chi starnutisce. Ci accetteremo anche cosi, capendoci. Con rispetto ed educazione.
Smettiamola di inondare i social di frasi da caccia alle streghe. Tutti abbiamo pensato fosse una cosa là, lontana in Cina. Pensare che toccasse solo alla Cina era invece surreale.

Solo facendo ognuno la propria parte, da persona per se e da cittadino per gli altri, ammazzeremo questo virus.

-Un “mi piace” rende libere le persone che scelgono-
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